Il progetto è operativo dal 2003 grazie all’impegno di una dottoressa italiana, che ha costituito un team di operatori per garantire assistenza sanitaria a oltre 500 famiglie birmane che si sono rifugiate in Thailandia, dove non hanno alcun riconoscimento dal governo. Queste famiglie sono sparse in moltissimi villaggi, lavorano in nero nelle fabbriche, nei cantieri edili e nei campi, con retribuzioni inadeguate che non consentono loro di accedere alle cure sanitarie.

Ogni giorno la dottoressa e gli operatori percorrono molti chilometri su strade accidentate nella foresta per effettuare visite mediche, cura di patologie acute e croniche a domicilio, distribuire medicinali e alimenti, effettuare trasporti ospedalieri. Settimanalmente effettuano visite mediche nelle scuole che accolgono i bambini di queste famiglie. La dottoressa e il suo team si occupano anche di accompagnare le persone nelle pratiche burocratiche per accedere alle cure ospedaliere, della mediazione linguistica per la comunicazione con il personale delle strutture e della fase successiva alle dimissioni ospedaliere.